Buccheri

Il nome dell’attuale Buccheri è incerto, potrebbe derivare dall’arabo ???? (baqara) che significa “vacca” che farebbe propendere appunto verso il significato di “luogo destinato al pascolo dei bovini”. Con pertinenza ancora più degradata, viene citata spesso anche l’origine in comune con la parola siciliana vucceri (“macellaio”), che deriva dal francese antico bouchier (“macellaio”). Alternativamente potrebbe derivare dal nome ignoto di una persona o da una famiglia araba, che in passato detenevano il comando del luogo. Altre ipotesi sosterrebbero infine che il nome derivi dal greco antico e cioè dalla combinazione delle parole ???? (boûs) e ??? (H?r?) come ad indicare il luogo in cui pascolavano le sacre vacche della dea Era.

Il territorio intorno è ricco di testimonianze archeologiche che dimostrano la presenza dell’uomo in antichissima data: una serie di capanni pastorali, costruiti con tecnica megalitica ricordano tale presenza. II mito ricorda poi che in queste contrade il pastore Dafni pascolava i suoi armenti e quelli degli dei, al suono del flauto. Collocata lungo le pendici del monte Lauro (987 m s.l.m.) vide insediarsi sul suo territorio Siculi, Romani, Bizantini e Arabi.

Furono i Normanni a colonizzare il territorio ed edificarono il castello sul colle.

Questo presentava due torrioni a difesa dell’ingresso principale rivolto a Sud-Est e una torre centrale, il mastio. Di questo castello restano oggi alcuni importanti resti. I primi signori di Buccheri, di cui si ha notizia, furono i Paternò, che si insediarono nel 1088. Nel 1282 il borgo, già sviluppatosi attorno al castello, passò ad Alaimo di Lentini, investito della contea da Pietro III d’Aragona: il protagonista dei Vespri siciliani vi risiedette saltuariamente insieme alla moglie Macalda di Scaletta. Dagli Alaimo di Lentini il feudo passò alla famiglia Montalto. Primo barone di Buccheri fu Gerardo Montalto, investito nel 1313. Dopo due secoli la signoria del paese passo alla famiglia Morra, e da questa agli Alliata-Villafranca, che governarono fino al 1812.

Il primo nucleo del paese è costituito dalle casette costruite attorno al castello e nell’area lungo il crinale del colle verso est, coincidente con l’attuale quartiere della Badia e del Casale. Qui fu fondata nel 1212 la Chiesa di S. Antonio; nel 1453 il monastero di S. Benedetto e intorno a questa data l’antica Chiesa di S. Maria Maddalena, presso l’ingresso est del paese. Nel corso del XVI e XVII secolo il paese crebbe lungo il pendio sud del castello. Tale tendenza fu accentuata dopo il terremoto del 1693, che distrusse il paese quasi totalmente.

Il centro fu ricostruito sullo stesso sito, ma verso la sottostante valletta, allora attraversata da un canale d’acque, che fu ricoperto verso il 1770. Dopo il terremoto la Chiesa di S. Antonio fu direzionata verso sud (in origine guardava a nord) e la chiesa della Maddalena spostata nell’attuale sito. La chiesa di S. Antonio domina il paese dall’alto di una scenografica scalinata (costruita nel 1911). Nell’interno a tre navate si possono ammirare due interessanti quadri di Guglielmo Borremans dipinti nel 1728, un bel paliotto d’altare cinquecentesco nell’altare della navata sinistra. La chiesa di S. Maria Maddalena risale al ‘400 ed era situata prima del terremoto, ad est del castello, sul colle detto della “chiana”.

Fu ricostruita nel sito attuale lungo l’asse viario della via Vittorio Emanuele. La facciata si deve all’architetto buccherese Michelangelo Di Giacomo, che vi lavorò fino al 1750. Nell’interno e nella navata di destra è collocata la statua marmorea della Maddalena, scolpita nel 1508 da Antonello Gagini. La chiesa Madre ha una facciata incompleta; notevole nell’altare centrale un crocifisso ligneo del XVI secolo, una tela seicentesca raffigurante San Michele nella navata sinistra e un quadro raffigurante Sant’Ambrogio, patrono del paese, della metà del secolo XVIII.

Isolato su un modesto poggio a ovest del paese, è il piccolo ma suggestivo Santuario della Madonna delle Grazie (secoli XVII-XVIII), un tempo cenobio di Frati eremiti. A otto km da Buccheri, in direzione di Lentini, si incontra la Chiesa di S. Andrea, edificata verso il 1225 per iniziativa di Federico II. È in stile gotico, ad una navata, con ingresso originario ad ovest, per i monaci del convento annesso, e a nord per i fedeli. È uno degli esempi migliori di architettura religiosa del periodo svevo.

Ritornando a Buccheri, da piazza Loreto si raggiunge la grotta di S. Nicola, una chiesa cristiana scavata nella roccia di fondazione antichissima: e ricoperta di affreschi di cui si vedono le tracce ancora oggi. Sull’altipiano del monte Lauro, che sovrasta il paese, sono ancora visibili le numerose neviere, attive fino agli anni 50 del ’900. Le neviere costituivano un vero e proprio commercio locale con le altre città della Sicilia e persino a Malta tramite i nivaroli addetti alla raccolta e allo smercio. La neve veniva venduta agli ospedali ma anche per ragioni culinarie (le granite e i gelati). Dal 1700 e fino ai primi del XIX secolo la proprietà era del principe Alliata di Villafranca. Le neviere di Buccheri sono suddivise in:

neviere a grotta
neviere a cupola
neviere a dammuso
l’ingresso era tipicamente rivolto a nord e la neve veniva caricata dall’alto. Il trasporto avveniva a dorso d’asino e di notte.

Numerosi rifugi di pastori a pianta circolare e costruiti con blocchi squadrati di pietra nera sono le tracce più appariscenti dell’antica civiltà agropastorale iblea.

Il nome dell’attuale Buccheri è incerto, potrebbe derivare dall’arabo ???? (baqara) che significa “vacca” che farebbe propendere appunto verso il significato di “luogo destinato al pascolo dei bovini”. Con pertinenza ancora più degradata, viene citata spesso anche l’origine in comune con la parola siciliana vucceri (“macellaio”), che deriva dal francese antico bouchier (“macellaio”). Alternativamente potrebbe derivare dal nome ignoto di una persona o da una famiglia araba, che in passato detenevano il comando del luogo. Altre ipotesi sosterrebbero infine che il nome derivi dal greco antico e cioè dalla combinazione delle parole ???? (boûs) e ??? (H?r?) come ad indicare il luogo in cui pascolavano le sacre vacche della dea Era.

Il territorio intorno è ricco di testimonianze archeologiche che dimostrano la presenza dell’uomo in antichissima data: una serie di capanni pastorali, costruiti con tecnica megalitica ricordano tale presenza. II mito ricorda poi che in queste contrade il pastore Dafni pascolava i suoi armenti e quelli degli dei, al suono del flauto. Collocata lungo le pendici del monte Lauro (987 m s.l.m.) vide insediarsi sul suo territorio Siculi, Romani, Bizantini e Arabi.

Furono i Normanni a colonizzare il territorio ed edificarono il castello sul colle.

Questo presentava due torrioni a difesa dell’ingresso principale rivolto a Sud-Est e una torre centrale, il mastio. Di questo castello restano oggi alcuni importanti resti. I primi signori di Buccheri, di cui si ha notizia, furono i Paternò, che si insediarono nel 1088. Nel 1282 il borgo, già sviluppatosi attorno al castello, passò ad Alaimo di Lentini, investito della contea da Pietro III d’Aragona: il protagonista dei Vespri siciliani vi risiedette saltuariamente insieme alla moglie Macalda di Scaletta. Dagli Alaimo di Lentini il feudo passò alla famiglia Montalto. Primo barone di Buccheri fu Gerardo Montalto, investito nel 1313. Dopo due secoli la signoria del paese passo alla famiglia Morra, e da questa agli Alliata-Villafranca, che governarono fino al 1812.

Il primo nucleo del paese è costituito dalle casette costruite attorno al castello e nell’area lungo il crinale del colle verso est, coincidente con l’attuale quartiere della Badia e del Casale. Qui fu fondata nel 1212 la Chiesa di S. Antonio; nel 1453 il monastero di S. Benedetto e intorno a questa data l’antica Chiesa di S. Maria Maddalena, presso l’ingresso est del paese. Nel corso del XVI e XVII secolo il paese crebbe lungo il pendio sud del castello. Tale tendenza fu accentuata dopo il terremoto del 1693, che distrusse il paese quasi totalmente.

Il centro fu ricostruito sullo stesso sito, ma verso la sottostante valletta, allora attraversata da un canale d’acque, che fu ricoperto verso il 1770. Dopo il terremoto la Chiesa di S. Antonio fu direzionata verso sud (in origine guardava a nord) e la chiesa della Maddalena spostata nell’attuale sito. La chiesa di S. Antonio domina il paese dall’alto di una scenografica scalinata (costruita nel 1911). Nell’interno a tre navate si possono ammirare due interessanti quadri di Guglielmo Borremans dipinti nel 1728, un bel paliotto d’altare cinquecentesco nell’altare della navata sinistra. La chiesa di S. Maria Maddalena risale al ‘400 ed era situata prima del terremoto, ad est del castello, sul colle detto della “chiana”.

Fu ricostruita nel sito attuale lungo l’asse viario della via Vittorio Emanuele. La facciata si deve all’architetto buccherese Michelangelo Di Giacomo, che vi lavorò fino al 1750. Nell’interno e nella navata di destra è collocata la statua marmorea della Maddalena, scolpita nel 1508 da Antonello Gagini. La chiesa Madre ha una facciata incompleta; notevole nell’altare centrale un crocifisso ligneo del XVI secolo, una tela seicentesca raffigurante San Michele nella navata sinistra e un quadro raffigurante Sant’Ambrogio, patrono del paese, della metà del secolo XVIII.

Isolato su un modesto poggio a ovest del paese, è il piccolo ma suggestivo Santuario della Madonna delle Grazie (secoli XVII-XVIII), un tempo cenobio di Frati eremiti. A otto km da Buccheri, in direzione di Lentini, si incontra la Chiesa di S. Andrea, edificata verso il 1225 per iniziativa di Federico II. È in stile gotico, ad una navata, con ingresso originario ad ovest, per i monaci del convento annesso, e a nord per i fedeli. È uno degli esempi migliori di architettura religiosa del periodo svevo.

Ritornando a Buccheri, da piazza Loreto si raggiunge la grotta di S. Nicola, una chiesa cristiana scavata nella roccia di fondazione antichissima: e ricoperta di affreschi di cui si vedono le tracce ancora oggi. Sull’altipiano del monte Lauro, che sovrasta il paese, sono ancora visibili le numerose neviere, attive fino agli anni 50 del ’900. Le neviere costituivano un vero e proprio commercio locale con le altre città della Sicilia e persino a Malta tramite i nivaroli addetti alla raccolta e allo smercio. La neve veniva venduta agli ospedali ma anche per ragioni culinarie (le granite e i gelati). Dal 1700 e fino ai primi del XIX secolo la proprietà era del principe Alliata di Villafranca. Le neviere di Buccheri sono suddivise in:

neviere a grotta
neviere a cupola
neviere a dammuso
l’ingresso era tipicamente rivolto a nord e la neve veniva caricata dall’alto. Il trasporto avveniva a dorso d’asino e di notte.

Numerosi rifugi di pastori a pianta circolare e costruiti con blocchi squadrati di pietra nera sono le tracce più appariscenti dell’antica civiltà agropastorale iblea.

Alcune idee a Buccheri

Cosa fare

Servizi

Nelle vicinanze

Seguici su

Iscriviti alla newsletter

Fanno parte del progetto SOUTH ITALY:

Copyright 2023 Incoming Italy
Aiutaci a migliorare il nostro portale: per suggerimenti o problemi contattaci all’indirizzo info@retedestinazionesud.it