Gildone

Gildone è un piccolo paese in provincia di Campobasso che dista circa 15 minuti dal capoluogo. Si estende su una zona collinare di 608m slm lungo una superficie di 29 kmq. Il toponimo fa riferimento alle “Gildonie” (dal germanico Gegyldan o Gyldan), confraternite sorte prima dell’800 impegnate ad aiutare con somme di denaro i poveri e a soccorrere le comunità che avessero patito incendio. Il territorio è stato insediato prima dai sanniti nel 500 a.C. di cui ancora oggi sono presenti delle testimonianze, successivamente dai Romani e tra il IV e il V secolo da due etnie: i Longobardi sulla Montagna dove è presente il Santuario di Santa Maria a Quadrano; i Bulgari di Alzecone più a valle. Il paese si è sviluppato ad anelli concentrici intorno al palazzo baronale e alla Chiesa Madre intitolata a San Sabino Vescovo e Martire. Costruita tra il 1090 e il 1100 per interessamento del feudatario Ruggero da Ponte e consacrata il 15 agosto 1690 ad opera dell’Arcivescovo Cardinale Vincenzo Maria Orsini. L’antica chiesa romanica ad unica navata fu distrutta dal terremoto del 1456, ma il popolo gildonese donando giornate lavorative in soli 3 anni riuscì a ricostruirla. La Chiesa contiene diverse statue dell’artista molisano Paolo Saverio di Zinno che ha operato in Molise nel 1700. Ricordiamo le statue lignee di Sant’Anna, San Sabino, San Francesco Saverio e San Emidio. Tra le altre statue presenti vi è quella di San Michele che viene portata in processione lungo le vie del paese ogni prima domenica di maggio. A destra della navata centrale è possibile ammirare un trittico della scuola Umbra commissionato dal feudatario Girolamo I Carafa (+ 1576).
Altra chiesa situata in paese è quella dedicata a San Rocco costruita nei pressi di un Lazzaretto, extramoenia (fuori le mura), fu eretta, come inciso sull’architrave di sinistra, dal popolo Guidonense nell’anno 1528. La facciata rappresenta un trittico di grande valore teologico con a destra San Paolo, al centro San Cristoforo e a sinistra San Pietro. Nelle due lunette sono presenti San Rocco e San Sebastiano.

È possibile intraprendere a piedi un percorso culturale e religioso attraverso antiche strade mulattiere che uniscono le quattro Chiese Mariane presenti nell’Agro Gildonese: Santa Maria di Costantinopoli, Santa Maria delle Grazie, Santa Maria in Valle e Santa Maria dell’Assunta (de Quadrano).

La cappella intitolata “Santa Maria di Costantinopoli” fu costruita dal Barone Ottavio de Stefano, napoletano tenutario del real Feudo nel 1681. Sull‘architrave del portale d’ingresso è scolpita, invece, un’altra data, 1729, forse quella di un suo probabile rifacimento. All’interno è conservata una tela che raffigura la Vergine delle Grazie in atto di spegnere l’incendio appiccato il 29 maggio 1453 dal sultano turco Maometto II alla città di Costantinopoli. Dal 1805 il popolo chiama questa cappella “San Nicola” perché in quell’anno ci fu un terribile terremoto che distrusse il Convento Agostiniano sito in Contrada Sant’Andrea e la statua del santo, recuperata, fu qui trasferita e sistemata. Ogni anno nella seconda metà di luglio nei pressi della Cappella si svolge una festa che vede protagoniste le auto d’epoca, il cui ricavato viene devoluto per il restauro della cappella stessa.

A valle del centro abitato in località” Codacchia” adiacente ad un’edicola di San Paolo risalente al 1450, i gildonesi edificarono alla Madonna delle Grazie una chiesa di forma ottagonale, secondo il sogno di Papa Liberio per alcuni, secondi le 8 beatitudini del vangelo di Matteo, più credibile, per altri. Se ne ha notizia del 1690, ma la sua costruzione risale a più antica data. Piu volte è stata restaurata nel corso dei secoli, recentemente si è provveduto a ridare splendore all’interno e agli affreschi della volta. Gli affreschi che raccontano le scene principali della vita della Vergine sono stati dipinti nel 1952 dall’artista di Capracotta Leo Paglione. La Chiesa ospita la statua lignea della protettrice scolpita dall’artista molisano Paolo Saverio Di Zinno negli anni 40 del 1700. Ogni prima domenica di luglio la statua viene portata a spalla nella Chiesa madre da dove esce adornata e portata in processione il 5 agosto per la sua festa. La ricorrenza è molto sentita, pertanto accorrono i Gildonesi di tutto il mondo. La statua della Madonna viene riportata in quella che viene definita la sua casa la prima domenica di ottobre.

Non possiamo risalire alla data di costruzione della cappella di Santa Maria in Valle ma dagli atti del 1600 è citata come Santa Maria dell’Assunta In Gualle. Dal 1200 il suo feudo è stato ottenuto e tramandato da importanti tenutari fino a Francesco Japoce che diede una crescita produttiva e demografica alla zona. Come altre chiese di Gildone, è stata costruita nei pressi di una sorgente d’acqua, simbolo di guarigione e di miracolo. Al suo interno vi è il quadro della Madonna di San Luca, raffigurante la Vergine con in braccio suo figlio. La lacrima che le solca il viso e il fazzoletto pendente colgono il dolore per la futura morte di Gesù. Questa copia dell’originale è stata donata,nel 1707, dal Cardinale Orsini. In onore della nascita di Maria, l’8 settembre il quadro viene portato in processione dalle donne del paese e da 300 anni costituisce un pezzo di patrimonio gildonese.

Il santuario “Santa Maria a Quadrano”, sito nella parte più alta del territorio gildonese, fu costruito tra il 1721 e il 1729 con concorso di tutti i gildonesi su commissione del Cardinale VM Orsini che ne seguì gli sviluppi anche da Papa. Preesisteva a tale costruzione una cappella abbaziale dell’XI secolo titolata a Santa Maria Decorata. A testimoniare la commissione del Papa Orsini è presente ancora oggi lo stemma. Nell’abside centrale, contornato da colonne binate sormontate da capitelli corinzi si può ammirare e venerare la statua di Santa Maria dell’Assunta risalente al 1720 ed appartenente alla stessa scuola di arte napoletana frequentata dal Di Zinno.

Adiacente alla Cappella è situato un romitorio che nel corso degli anni, a partire dal 1732 fino al 1969, ha ospitato diversi romitani grazie ai quali nasce la festa dei Peperoni. Al tempo della raccolta i contadini del luogo e delle contrade vicine offrivano alla Chiesa grano, olio e vino ed il Pio eremita restituiva loro in dono pane e peperoni fritti, quando i pellegrini si recavano al Santuario per le ricorrenze dell’Assunta e Santa Lucia, rispettivamente 15 e 22 agosto. Nonostante l’assenza dei romitani da circa mezzo secolo la tradizione permane grazie alla devozione del popolo gildonese che ogni anno è solita preparare quintali di peperoni da distribuire nelle giornate della festa.

Tra le feste religiose più sentite vi è la “Festa del Pane” in onore di Sant’Antonio di Padova e del Sacro Cuore di Gesù. Profumo della fede che si riattualizza nella fragranza del pane benedetto e del giglio bianco che nei canestri, portati sul capo delle donne secondo la tecnica di trasporto tradizionale, sfilano lungo le vie del paese nella mattinata della domenica dopo il 13 giugno. Una festa antica che ci viene tramandata da quasi un secolo da una levatrice di Rovigo di nome Amabile Tezzon. Provenendo dalla Terra del Santo di Padova, era devotissima di Sant’Antonio e, come altre famiglie benestanti, si prodigava nella distribuzione del pane ai più bisognosi, in occasione della festività del 13 giugno. La levatrice raccoglieva le offerte di grano e farina trasformate poi in pane benedetto dal predicatore, prima della distribuzione al popolo gildonese. I preparativi per la festa iniziano 13 giorni prima con la “Tredicina” per i più piccoli “i monacelli” che poi indosseranno il saio del Santo durante la processione. Nel frattempo, nelle campagne c’è un fervente movimento di ragazzi intenti a raccogliere fasci di legna offerti dal popolo, che saranno poi ammucchiati in località Cerreto per accendere il grande fuoco che brillerà nella notte della domenica della festa. Per rendere più accogliente l’atmosfera, vari angoli del paese vengono adornati con petali di fiori. La mattina della festa la musica del complesso bandistico risveglia la popolazione accompagnando ragazzi e ragazze che bussano alle porte per donare i panicelli. Terminata la processione, i canestri colmi di pane fragrante e gigli vengono distribuiti a tutta la popolazione.
Piazza Largo Vittorio, che ospita il monumento ai Caduti è punto di ritrovo del paese vista la presenza di bar e alcune attività commerciali, inoltre è protagonista di una piccola fiera nei giorni: 1° agosto (Festa di San Sabino); 21 novembre (“A Madonn Annascus”) e 3 dicembre (San Francesco Saverio).

Altri eventi laici, come ad esempio “A MaSquarat”, “I Giochi di San Rocco”, “Il Giro di San Martino” e molti altri, vengono realizzati a cura della Pro Loco, ente presente sul territorio dal 2012. In particolare “Il Giro di San Martino” attira ogni anno a novembre numerosi visitatori anche da fuori regione. In questo percorso enogastronomico tra i vicoli del centro storico, è possibile degustare piatti tipici della tradizione gildonese rigorosamente non a base di carne, accompagnati da ottimo vino. Il piatto più ricercato è “Baccalà arracanat e pizza mang’lèvt”, appartenente alla tradizione gildonese della festa di San Martino. La serata è ulteriormente allietata dalle musiche e dalle danze popolari del posto.

La Pro Loco di Gildone, nell’ambito di un ben più ampio progetto di conoscenza e promozione culturale del territorio, denominato “Gildone tra Storia e Natura”, ha ideato, progettato e concretamente messo in atto una serie di passeggiate che hanno come scopo la riscoperta del nostro patrimonio storico, artistico, archeologico, religioso e naturale.

Avvalendosi della collaborazione di professionisti del settore, tra cui archeologi, geologi, storici e guide ambientali, ha elaborato, per ora, quattro percorsi ben distinti tra loro:
? Percorso Sannita, che ruota intorno alla fortificazione sannitica della Montagna di Gildone;
? Percorso Medievale, alla riscoperta dell’insediamento medievale di Colle Casarino;
? Percorso Mariano, un percorso ad anello che ha come scopo la visita delle Chiese poste nel nostro territorio dedicate al culto della Beata Vergine Maria;
? Via Mikaelica, che ripercorre un tratto della via seguita dai pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo.
La difficoltà dei percorsi è stimata su di un livello medio di esperienza, accessibile comunque ad un ampio pubblico. In situazioni particolari è possibile anche modificare in parte il percorso, in modo tale da renderlo ancora più fruibile da parte del visitatore.
In accordo con la Pro Loco è altresì possibile organizzare visite guidate “ad hoc” e su prenotazione anche di altri angoli del nostro Paese non menzionati precedentemente.

Ad alimentare la vita del paese nel 2001 è nata un’associazione sportiva di calcio dilettantistico “Real Gildone”, che coinvolge giovani e meno giovani nelle domeniche sportive.

Il territorio collinare favorisce la presenza di oliveti, pertanto tra le attività del territorio si annovera anche un frantoio oleario fondato più di mezzo secolo fa. L’artigianato è un’attività di spicco, legata anche ad antiche tradizioni, come quella del pane, infatti, presso i rinomati forni del paese è possibile degustare prodotti tipici preparati con ingredienti locali. In paese sono presenti anche piccoli laboratori artigianali di oggettistica e ceramica, che realizzano a mano creazioni uniche ed originali. Per chi volesse trascorrere le vacanze nella tranquillità del paese, è presente una struttura ricettiva completa di zona giorno e zona notte a disposizione di turisti e non solo.

Gildone è un piccolo paese in provincia di Campobasso che dista circa 15 minuti dal capoluogo. Si estende su una zona collinare di 608m slm lungo una superficie di 29 kmq. Il toponimo fa riferimento alle “Gildonie” (dal germanico Gegyldan o Gyldan), confraternite sorte prima dell’800 impegnate ad aiutare con somme di denaro i poveri e a soccorrere le comunità che avessero patito incendio. Il territorio è stato insediato prima dai sanniti nel 500 a.C. di cui ancora oggi sono presenti delle testimonianze, successivamente dai Romani e tra il IV e il V secolo da due etnie: i Longobardi sulla Montagna dove è presente il Santuario di Santa Maria a Quadrano; i Bulgari di Alzecone più a valle. Il paese si è sviluppato ad anelli concentrici intorno al palazzo baronale e alla Chiesa Madre intitolata a San Sabino Vescovo e Martire. Costruita tra il 1090 e il 1100 per interessamento del feudatario Ruggero da Ponte e consacrata il 15 agosto 1690 ad opera dell’Arcivescovo Cardinale Vincenzo Maria Orsini. L’antica chiesa romanica ad unica navata fu distrutta dal terremoto del 1456, ma il popolo gildonese donando giornate lavorative in soli 3 anni riuscì a ricostruirla. La Chiesa contiene diverse statue dell’artista molisano Paolo Saverio di Zinno che ha operato in Molise nel 1700. Ricordiamo le statue lignee di Sant’Anna, San Sabino, San Francesco Saverio e San Emidio. Tra le altre statue presenti vi è quella di San Michele che viene portata in processione lungo le vie del paese ogni prima domenica di maggio. A destra della navata centrale è possibile ammirare un trittico della scuola Umbra commissionato dal feudatario Girolamo I Carafa (+ 1576).
Altra chiesa situata in paese è quella dedicata a San Rocco costruita nei pressi di un Lazzaretto, extramoenia (fuori le mura), fu eretta, come inciso sull’architrave di sinistra, dal popolo Guidonense nell’anno 1528. La facciata rappresenta un trittico di grande valore teologico con a destra San Paolo, al centro San Cristoforo e a sinistra San Pietro. Nelle due lunette sono presenti San Rocco e San Sebastiano.

È possibile intraprendere a piedi un percorso culturale e religioso attraverso antiche strade mulattiere che uniscono le quattro Chiese Mariane presenti nell’Agro Gildonese: Santa Maria di Costantinopoli, Santa Maria delle Grazie, Santa Maria in Valle e Santa Maria dell’Assunta (de Quadrano).

La cappella intitolata “Santa Maria di Costantinopoli” fu costruita dal Barone Ottavio de Stefano, napoletano tenutario del real Feudo nel 1681. Sull‘architrave del portale d’ingresso è scolpita, invece, un’altra data, 1729, forse quella di un suo probabile rifacimento. All’interno è conservata una tela che raffigura la Vergine delle Grazie in atto di spegnere l’incendio appiccato il 29 maggio 1453 dal sultano turco Maometto II alla città di Costantinopoli. Dal 1805 il popolo chiama questa cappella “San Nicola” perché in quell’anno ci fu un terribile terremoto che distrusse il Convento Agostiniano sito in Contrada Sant’Andrea e la statua del santo, recuperata, fu qui trasferita e sistemata. Ogni anno nella seconda metà di luglio nei pressi della Cappella si svolge una festa che vede protagoniste le auto d’epoca, il cui ricavato viene devoluto per il restauro della cappella stessa.

A valle del centro abitato in località” Codacchia” adiacente ad un’edicola di San Paolo risalente al 1450, i gildonesi edificarono alla Madonna delle Grazie una chiesa di forma ottagonale, secondo il sogno di Papa Liberio per alcuni, secondi le 8 beatitudini del vangelo di Matteo, più credibile, per altri. Se ne ha notizia del 1690, ma la sua costruzione risale a più antica data. Piu volte è stata restaurata nel corso dei secoli, recentemente si è provveduto a ridare splendore all’interno e agli affreschi della volta. Gli affreschi che raccontano le scene principali della vita della Vergine sono stati dipinti nel 1952 dall’artista di Capracotta Leo Paglione. La Chiesa ospita la statua lignea della protettrice scolpita dall’artista molisano Paolo Saverio Di Zinno negli anni 40 del 1700. Ogni prima domenica di luglio la statua viene portata a spalla nella Chiesa madre da dove esce adornata e portata in processione il 5 agosto per la sua festa. La ricorrenza è molto sentita, pertanto accorrono i Gildonesi di tutto il mondo. La statua della Madonna viene riportata in quella che viene definita la sua casa la prima domenica di ottobre.

Non possiamo risalire alla data di costruzione della cappella di Santa Maria in Valle ma dagli atti del 1600 è citata come Santa Maria dell’Assunta In Gualle. Dal 1200 il suo feudo è stato ottenuto e tramandato da importanti tenutari fino a Francesco Japoce che diede una crescita produttiva e demografica alla zona. Come altre chiese di Gildone, è stata costruita nei pressi di una sorgente d’acqua, simbolo di guarigione e di miracolo. Al suo interno vi è il quadro della Madonna di San Luca, raffigurante la Vergine con in braccio suo figlio. La lacrima che le solca il viso e il fazzoletto pendente colgono il dolore per la futura morte di Gesù. Questa copia dell’originale è stata donata,nel 1707, dal Cardinale Orsini. In onore della nascita di Maria, l’8 settembre il quadro viene portato in processione dalle donne del paese e da 300 anni costituisce un pezzo di patrimonio gildonese.

Il santuario “Santa Maria a Quadrano”, sito nella parte più alta del territorio gildonese, fu costruito tra il 1721 e il 1729 con concorso di tutti i gildonesi su commissione del Cardinale VM Orsini che ne seguì gli sviluppi anche da Papa. Preesisteva a tale costruzione una cappella abbaziale dell’XI secolo titolata a Santa Maria Decorata. A testimoniare la commissione del Papa Orsini è presente ancora oggi lo stemma. Nell’abside centrale, contornato da colonne binate sormontate da capitelli corinzi si può ammirare e venerare la statua di Santa Maria dell’Assunta risalente al 1720 ed appartenente alla stessa scuola di arte napoletana frequentata dal Di Zinno.

Adiacente alla Cappella è situato un romitorio che nel corso degli anni, a partire dal 1732 fino al 1969, ha ospitato diversi romitani grazie ai quali nasce la festa dei Peperoni. Al tempo della raccolta i contadini del luogo e delle contrade vicine offrivano alla Chiesa grano, olio e vino ed il Pio eremita restituiva loro in dono pane e peperoni fritti, quando i pellegrini si recavano al Santuario per le ricorrenze dell’Assunta e Santa Lucia, rispettivamente 15 e 22 agosto. Nonostante l’assenza dei romitani da circa mezzo secolo la tradizione permane grazie alla devozione del popolo gildonese che ogni anno è solita preparare quintali di peperoni da distribuire nelle giornate della festa.

Tra le feste religiose più sentite vi è la “Festa del Pane” in onore di Sant’Antonio di Padova e del Sacro Cuore di Gesù. Profumo della fede che si riattualizza nella fragranza del pane benedetto e del giglio bianco che nei canestri, portati sul capo delle donne secondo la tecnica di trasporto tradizionale, sfilano lungo le vie del paese nella mattinata della domenica dopo il 13 giugno. Una festa antica che ci viene tramandata da quasi un secolo da una levatrice di Rovigo di nome Amabile Tezzon. Provenendo dalla Terra del Santo di Padova, era devotissima di Sant’Antonio e, come altre famiglie benestanti, si prodigava nella distribuzione del pane ai più bisognosi, in occasione della festività del 13 giugno. La levatrice raccoglieva le offerte di grano e farina trasformate poi in pane benedetto dal predicatore, prima della distribuzione al popolo gildonese. I preparativi per la festa iniziano 13 giorni prima con la “Tredicina” per i più piccoli “i monacelli” che poi indosseranno il saio del Santo durante la processione. Nel frattempo, nelle campagne c’è un fervente movimento di ragazzi intenti a raccogliere fasci di legna offerti dal popolo, che saranno poi ammucchiati in località Cerreto per accendere il grande fuoco che brillerà nella notte della domenica della festa. Per rendere più accogliente l’atmosfera, vari angoli del paese vengono adornati con petali di fiori. La mattina della festa la musica del complesso bandistico risveglia la popolazione accompagnando ragazzi e ragazze che bussano alle porte per donare i panicelli. Terminata la processione, i canestri colmi di pane fragrante e gigli vengono distribuiti a tutta la popolazione.
Piazza Largo Vittorio, che ospita il monumento ai Caduti è punto di ritrovo del paese vista la presenza di bar e alcune attività commerciali, inoltre è protagonista di una piccola fiera nei giorni: 1° agosto (Festa di San Sabino); 21 novembre (“A Madonn Annascus”) e 3 dicembre (San Francesco Saverio).

Altri eventi laici, come ad esempio “A MaSquarat”, “I Giochi di San Rocco”, “Il Giro di San Martino” e molti altri, vengono realizzati a cura della Pro Loco, ente presente sul territorio dal 2012. In particolare “Il Giro di San Martino” attira ogni anno a novembre numerosi visitatori anche da fuori regione. In questo percorso enogastronomico tra i vicoli del centro storico, è possibile degustare piatti tipici della tradizione gildonese rigorosamente non a base di carne, accompagnati da ottimo vino. Il piatto più ricercato è “Baccalà arracanat e pizza mang’lèvt”, appartenente alla tradizione gildonese della festa di San Martino. La serata è ulteriormente allietata dalle musiche e dalle danze popolari del posto.

La Pro Loco di Gildone, nell’ambito di un ben più ampio progetto di conoscenza e promozione culturale del territorio, denominato “Gildone tra Storia e Natura”, ha ideato, progettato e concretamente messo in atto una serie di passeggiate che hanno come scopo la riscoperta del nostro patrimonio storico, artistico, archeologico, religioso e naturale.

Avvalendosi della collaborazione di professionisti del settore, tra cui archeologi, geologi, storici e guide ambientali, ha elaborato, per ora, quattro percorsi ben distinti tra loro:
? Percorso Sannita, che ruota intorno alla fortificazione sannitica della Montagna di Gildone;
? Percorso Medievale, alla riscoperta dell’insediamento medievale di Colle Casarino;
? Percorso Mariano, un percorso ad anello che ha come scopo la visita delle Chiese poste nel nostro territorio dedicate al culto della Beata Vergine Maria;
? Via Mikaelica, che ripercorre un tratto della via seguita dai pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo.
La difficoltà dei percorsi è stimata su di un livello medio di esperienza, accessibile comunque ad un ampio pubblico. In situazioni particolari è possibile anche modificare in parte il percorso, in modo tale da renderlo ancora più fruibile da parte del visitatore.
In accordo con la Pro Loco è altresì possibile organizzare visite guidate “ad hoc” e su prenotazione anche di altri angoli del nostro Paese non menzionati precedentemente.

Ad alimentare la vita del paese nel 2001 è nata un’associazione sportiva di calcio dilettantistico “Real Gildone”, che coinvolge giovani e meno giovani nelle domeniche sportive.

Il territorio collinare favorisce la presenza di oliveti, pertanto tra le attività del territorio si annovera anche un frantoio oleario fondato più di mezzo secolo fa. L’artigianato è un’attività di spicco, legata anche ad antiche tradizioni, come quella del pane, infatti, presso i rinomati forni del paese è possibile degustare prodotti tipici preparati con ingredienti locali. In paese sono presenti anche piccoli laboratori artigianali di oggettistica e ceramica, che realizzano a mano creazioni uniche ed originali. Per chi volesse trascorrere le vacanze nella tranquillità del paese, è presente una struttura ricettiva completa di zona giorno e zona notte a disposizione di turisti e non solo.

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