Rutino

Le prime notizie di questo villaggio risalgono al febbraio del 1053, in un atto di vendita, dove si parla di “Rutigini”. Con qualche variazione, lo stesso nome “Rutigini” si trova in una donazione del 1092 con cui Gregorio, signore di Capaccio, donò al monastero di S. Nicola la Chiesa di S. Matteo di “Ruticino”. Il villaggio potrebbe essere stato creato da coloni greci, ipotesi suffragata dalla breve distanza sia da Elea, oggi Velia, che da Poseidon, Paestum.
Secondo una leggenda popolare, nel 954, durante il trasporto delle reliquie dell’apostolo S. Matteo dalla pianura di Casal Velino a quella di Paestum, il corteo passando per Rutino vi si fermò per la gran sete, ed improvvisamente ivi comparve una fonte d’acqua.
Il casale di Rutino rientrava nel territorio della Baronia del Cilento posseduta dai Sanseverino. Nel 1535, Ferrante Sanseverino vendette Rutino insieme con Torchiara e Copersito a Francesco De Rogerio di Salerno. Nel 1661, il Casale insieme al castello di Rocca, apparteneva alla famiglia Garofalo. Il marchese Marco Garofalo nel 1738 vendette Rocca al marchese Granito conservando il dominio di Rutino.
Dal 1811 al 1860, con la denominazione Rotino, ha fatto parte del circondario di Torchiara, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Torchiara, appartenente al Circondario di Vallo della Lucania.


Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Le prime notizie di questo villaggio risalgono al febbraio del 1053, in un atto di vendita, dove si parla di “Rutigini”. Con qualche variazione, lo stesso nome “Rutigini” si trova in una donazione del 1092 con cui Gregorio, signore di Capaccio, donò al monastero di S. Nicola la Chiesa di S. Matteo di “Ruticino”. Il villaggio potrebbe essere stato creato da coloni greci, ipotesi suffragata dalla breve distanza sia da Elea, oggi Velia, che da Poseidon, Paestum.
Secondo una leggenda popolare, nel 954, durante il trasporto delle reliquie dell’apostolo S. Matteo dalla pianura di Casal Velino a quella di Paestum, il corteo passando per Rutino vi si fermò per la gran sete, ed improvvisamente ivi comparve una fonte d’acqua.
Il casale di Rutino rientrava nel territorio della Baronia del Cilento posseduta dai Sanseverino. Nel 1535, Ferrante Sanseverino vendette Rutino insieme con Torchiara e Copersito a Francesco De Rogerio di Salerno. Nel 1661, il Casale insieme al castello di Rocca, apparteneva alla famiglia Garofalo. Il marchese Marco Garofalo nel 1738 vendette Rocca al marchese Granito conservando il dominio di Rutino.
Dal 1811 al 1860, con la denominazione Rotino, ha fatto parte del circondario di Torchiara, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Torchiara, appartenente al Circondario di Vallo della Lucania.


Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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