Capistrello

Capistrello terra di tradizioni, cultura, arte romana e paesaggi incontaminati. Questo Comune della Valle Roveto, che battezza il corso d’acqua del Liri e ne esalta le sponde, è un piccolo gioiello immerso nella folta vegetazione della vallata. Racchiude un cuore antico, segnato dal fascino del vecchio borgo storico, anima integra di una comunità fortemente legata alle sue radici.

Quando si arriva in paese, salta all’occhio il rapporto quasi esclusivo con la natura. E non solo per la costanza con la quale i cittadini abitano la montagna capistrellana, ma anche per l’attitudine della stessa amministrazione e delle associazioni cittadine ad organizzare attività incentrate sul patrimonio ambientale.

L’Altopiano della Renga sovrasta e abbraccia l’abitato e lo spirito collettivo. Uno scenario mozzafiato a circa 1360 metri d’altitudine, al confine con il Parco Naturale dei Simbruini Laziali. Una distesa avvenente, versatile, scena di fughe romantiche e parco verde dei bambini. La Renga è abitata dalla comunità capistrellana in ogni periodo dell’anno. E’ un’oasi nella quale trovare ispirazione, ascoltare il silenzio, godere della compagnia degli amici. E’ al tempo stesso ritrovo per gli sportivi sia in estate che in inverno, prestandosi con eleganza al trekking e alle passeggiate montane, ma anche allo sci di fondo quando si ricopre di neve.

Vi è poi il fascino senza tempo dell’Emissario di Claudio. Costruzione ingegneristica chiave di tecnica ed ispirazione romana che consentì il prosciugamento del lago Fucino. Un’opera idraulica tra le più suggestive al mondo, l’Emissario costituisce la componente ultima di un complesso sistema interno al Monte Salviano, costituito da un lungo canale di attraversamento, sei cunicoli e trentadue pozzi. L’acqua fuoriuscita dall’emissario si è riversata nel corso del Liri, consentendo lo svuotamento del bacino idrico marsicano. Oggi si può ammirare dall’argine del fiume, come una gola profonda il cui ruolo strategico gli conferisce pathos e ammirazione.

E non è finita qui. Capistrello vanta infatti la presenza di una seconda opera ingegneristica di assoluto merito strategico, la Galleria Elicoidale, progettata nella seconda parte del 1800 dall'ingegnere Ernesto Mangiarotti, per risolvere le problematiche sorte durante la costruzione della linea ferroviaria Roccasecca-Avezzano. Il tratto compreso tra la frazione di Pescocanale e Capistrello risultò particolarmente impervio a causa del notevole dislivello naturale. Mangiarotti ipotizzò quindi un sistema di sette trafori, nessuno dei quali oltrepassa la lunghezza di 1 chilometro e mezzo, con un andamento elicoidale ad “U”.

L’intero patrimonio storico, culturale e naturale di Capistrello viene reso oggetto del percorso tracciato dal Grande Cammino dei Briganti, importante manifestazione culturale, ispirata al principio della valorizzazione del patrimonio ambientale, che si inserisce nel quadro delle iniziative istituzionali che aiutano la promozione di questa terra e ne agevolano l’obiettivo di crescita.

Il percorso conduce i camminatori sulle orme del brigantaggio, da Sante Marie fino a Potenza, attraversando ben cinque regioni. Il Comune di Capistrello si colloca dunque all’interno di un circuito che alimenta la promozione di un turismo slow, ovvero quello “fatto a piedi”, sostenibile e rispettoso del territorio. Il Cammino dei Briganti è dunque uno degli appuntamenti salienti nel contesto turistico-promozionale del paese, la cui storia è fortemente legata proprio al ruolo giocato dalle montagne.

Il viaggiatore che visita Capistrello riesce a valutare anche il forte legame, mai perduto, del paese con la storia. La comunità non si è mai dimenticata delle ferite inferte e delle gravi perdite subite nel corso delle vicende storiche. Primo fra tutti l’episodio dell’eccidio dei 33 cittadini barbaramente uccisi dalla furia tedesca durante l’occupazione nazista.
Il paese, per i loro nomi travolti dalla storia e per i loro volti cancellati dall’esistenza con una fossa che divenne bara comune, ricevette nel 2005 la Medaglia d’oro al Merito Civile assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, per essere stato oggetto “della cieca ed efferata rappresaglia delle truppe tedesche in ritirata”.

Capistrello terra di tradizioni, cultura, arte romana e paesaggi incontaminati. Questo Comune della Valle Roveto, che battezza il corso d’acqua del Liri e ne esalta le sponde, è un piccolo gioiello immerso nella folta vegetazione della vallata. Racchiude un cuore antico, segnato dal fascino del vecchio borgo storico, anima integra di una comunità fortemente legata alle sue radici.

Quando si arriva in paese, salta all’occhio il rapporto quasi esclusivo con la natura. E non solo per la costanza con la quale i cittadini abitano la montagna capistrellana, ma anche per l’attitudine della stessa amministrazione e delle associazioni cittadine ad organizzare attività incentrate sul patrimonio ambientale.

L’Altopiano della Renga sovrasta e abbraccia l’abitato e lo spirito collettivo. Uno scenario mozzafiato a circa 1360 metri d’altitudine, al confine con il Parco Naturale dei Simbruini Laziali. Una distesa avvenente, versatile, scena di fughe romantiche e parco verde dei bambini. La Renga è abitata dalla comunità capistrellana in ogni periodo dell’anno. E’ un’oasi nella quale trovare ispirazione, ascoltare il silenzio, godere della compagnia degli amici. E’ al tempo stesso ritrovo per gli sportivi sia in estate che in inverno, prestandosi con eleganza al trekking e alle passeggiate montane, ma anche allo sci di fondo quando si ricopre di neve.

Vi è poi il fascino senza tempo dell’Emissario di Claudio. Costruzione ingegneristica chiave di tecnica ed ispirazione romana che consentì il prosciugamento del lago Fucino. Un’opera idraulica tra le più suggestive al mondo, l’Emissario costituisce la componente ultima di un complesso sistema interno al Monte Salviano, costituito da un lungo canale di attraversamento, sei cunicoli e trentadue pozzi. L’acqua fuoriuscita dall’emissario si è riversata nel corso del Liri, consentendo lo svuotamento del bacino idrico marsicano. Oggi si può ammirare dall’argine del fiume, come una gola profonda il cui ruolo strategico gli conferisce pathos e ammirazione.

E non è finita qui. Capistrello vanta infatti la presenza di una seconda opera ingegneristica di assoluto merito strategico, la Galleria Elicoidale, progettata nella seconda parte del 1800 dall'ingegnere Ernesto Mangiarotti, per risolvere le problematiche sorte durante la costruzione della linea ferroviaria Roccasecca-Avezzano. Il tratto compreso tra la frazione di Pescocanale e Capistrello risultò particolarmente impervio a causa del notevole dislivello naturale. Mangiarotti ipotizzò quindi un sistema di sette trafori, nessuno dei quali oltrepassa la lunghezza di 1 chilometro e mezzo, con un andamento elicoidale ad “U”.

L’intero patrimonio storico, culturale e naturale di Capistrello viene reso oggetto del percorso tracciato dal Grande Cammino dei Briganti, importante manifestazione culturale, ispirata al principio della valorizzazione del patrimonio ambientale, che si inserisce nel quadro delle iniziative istituzionali che aiutano la promozione di questa terra e ne agevolano l’obiettivo di crescita.

Il percorso conduce i camminatori sulle orme del brigantaggio, da Sante Marie fino a Potenza, attraversando ben cinque regioni. Il Comune di Capistrello si colloca dunque all’interno di un circuito che alimenta la promozione di un turismo slow, ovvero quello “fatto a piedi”, sostenibile e rispettoso del territorio. Il Cammino dei Briganti è dunque uno degli appuntamenti salienti nel contesto turistico-promozionale del paese, la cui storia è fortemente legata proprio al ruolo giocato dalle montagne.

Il viaggiatore che visita Capistrello riesce a valutare anche il forte legame, mai perduto, del paese con la storia. La comunità non si è mai dimenticata delle ferite inferte e delle gravi perdite subite nel corso delle vicende storiche. Primo fra tutti l’episodio dell’eccidio dei 33 cittadini barbaramente uccisi dalla furia tedesca durante l’occupazione nazista.
Il paese, per i loro nomi travolti dalla storia e per i loro volti cancellati dall’esistenza con una fossa che divenne bara comune, ricevette nel 2005 la Medaglia d’oro al Merito Civile assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, per essere stato oggetto “della cieca ed efferata rappresaglia delle truppe tedesche in ritirata”.

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