Corleto Monforte

Situato su una cresta degli Alburni, scavata dal corso di due torrenti laterali, Corleto Monforte è di origine ancora incerta, molto probabilmente lucana.
E’ certo, comunque, che i Lucani, dopo aver conquistato i vicini insediamenti greci di “Montepruno” (Rossigno) e “Phasis” (Sant’Angelo a Fasanella), costruirono sull’alto costone roccioso questa meraviglia per poterli più agevolmente dominare. Corleto Monforte fu originariamente chiamato “Coryletum”, per indicare i luoghi in cui abbondavano i noccioli; successivamente, dall’anno Mille al 1400 fu chiamato “Corneto” che fu trasformato, poi, in Corleto dal latino “Cor Laetum”, cioè “cuor lieto”. Nel 1842, infine, al nome Corleto fu aggiunto Monforte (dai monti forti), per cui la sua denominazione attuale di Corleto Monforte sta a significare “cuore lieto tra i monti forti”.
In epoca medioevale è stata proprietà di numerosi feudatari e a quest’epoca risalgono le numerose fortificazioni e torri che ancora oggi si possono ammirare.
Secondo quanto riportato dalla cronaca del tempo, durante la congiura dei baroni ordita contro Federico II nel 1246, le truppe dell’Imperatore, dopo la presa di Capaccio, devastarono tutti i territori di coloro che avevano partecipato alla congiura e ne incendiarono i castelli per impedire ogni possibile futura offensiva.
Di particolare interesse è il fatto che, dopo venti giorni d’assedio, i Corletani, per dimostrare all’avversario di essere ben forniti di vettovaglie e di resistere a lungo all’assedio, anziché lanciare pietre ed altre armi contro gli assedianti, lanciarono formaggio: ciò indusse il comandante imperiale a togliere l’assedio e, in tal modo, Corleto riuscì a limitare i danni anche in virtù delle sue possenti fortificazioni.


Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Situato su una cresta degli Alburni, scavata dal corso di due torrenti laterali, Corleto Monforte è di origine ancora incerta, molto probabilmente lucana.
E’ certo, comunque, che i Lucani, dopo aver conquistato i vicini insediamenti greci di “Montepruno” (Rossigno) e “Phasis” (Sant’Angelo a Fasanella), costruirono sull’alto costone roccioso questa meraviglia per poterli più agevolmente dominare. Corleto Monforte fu originariamente chiamato “Coryletum”, per indicare i luoghi in cui abbondavano i noccioli; successivamente, dall’anno Mille al 1400 fu chiamato “Corneto” che fu trasformato, poi, in Corleto dal latino “Cor Laetum”, cioè “cuor lieto”. Nel 1842, infine, al nome Corleto fu aggiunto Monforte (dai monti forti), per cui la sua denominazione attuale di Corleto Monforte sta a significare “cuore lieto tra i monti forti”.
In epoca medioevale è stata proprietà di numerosi feudatari e a quest’epoca risalgono le numerose fortificazioni e torri che ancora oggi si possono ammirare.
Secondo quanto riportato dalla cronaca del tempo, durante la congiura dei baroni ordita contro Federico II nel 1246, le truppe dell’Imperatore, dopo la presa di Capaccio, devastarono tutti i territori di coloro che avevano partecipato alla congiura e ne incendiarono i castelli per impedire ogni possibile futura offensiva.
Di particolare interesse è il fatto che, dopo venti giorni d’assedio, i Corletani, per dimostrare all’avversario di essere ben forniti di vettovaglie e di resistere a lungo all’assedio, anziché lanciare pietre ed altre armi contro gli assedianti, lanciarono formaggio: ciò indusse il comandante imperiale a togliere l’assedio e, in tal modo, Corleto riuscì a limitare i danni anche in virtù delle sue possenti fortificazioni.


Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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