Monte San Giacomo

Il borgo nacque e si sviluppò tra il XV e XVI sec.. Con l’affermazione delle Universitates Civium (Organi comunali cittadini) il piccolo villaggio, da sempre alle dipendenze di Dianum (oggi Teggiano), acquistò una propria autonomia politico-legislativa, connotandosi sempre più come Castellum privilegiato dei baroni e dei duchi dianesi. Parte integrante del territorio di Diano, Monte San Giacomo conobbe il suo periodo di massima prosperità socio-economica a partire dal XVI sec., grazie alla prolifica attività politica svolta dagli organi comunali locali, nonché dai vari signori che si succedettero nel possesso del Castello (sec. XVI – XVIII): oltre alla signoria laica, anche il ceto ecclesiastico (monasteri dianesi) esercitò il proprio predominio sui terreni demaniali del borgo. Lo sviluppo demografico, i perfezionamenti zootecnici e l’edificazione di nuove strutture agricole (aie, gualchiere e numerosi mulini ad acqua), a partire dal ‘400, furono propulsori di un graduale sviluppo agricolo nelle aree sub-urbane intorno al Castello. Nel XIX sec. numerosi cittadini ( quali Michele Aletta, famiglia Marone, e molti altri) parteciparono con veemenza alle lotte per l’Unità d’Italia in nome dell’indipendenza dalla dominazione straniera.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Il borgo nacque e si sviluppò tra il XV e XVI sec.. Con l’affermazione delle Universitates Civium (Organi comunali cittadini) il piccolo villaggio, da sempre alle dipendenze di Dianum (oggi Teggiano), acquistò una propria autonomia politico-legislativa, connotandosi sempre più come Castellum privilegiato dei baroni e dei duchi dianesi. Parte integrante del territorio di Diano, Monte San Giacomo conobbe il suo periodo di massima prosperità socio-economica a partire dal XVI sec., grazie alla prolifica attività politica svolta dagli organi comunali locali, nonché dai vari signori che si succedettero nel possesso del Castello (sec. XVI – XVIII): oltre alla signoria laica, anche il ceto ecclesiastico (monasteri dianesi) esercitò il proprio predominio sui terreni demaniali del borgo. Lo sviluppo demografico, i perfezionamenti zootecnici e l’edificazione di nuove strutture agricole (aie, gualchiere e numerosi mulini ad acqua), a partire dal ‘400, furono propulsori di un graduale sviluppo agricolo nelle aree sub-urbane intorno al Castello. Nel XIX sec. numerosi cittadini ( quali Michele Aletta, famiglia Marone, e molti altri) parteciparono con veemenza alle lotte per l’Unità d’Italia in nome dell’indipendenza dalla dominazione straniera.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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