Sant Eufemia a Maiella

Centro montano posto a 900 mt. s.l.m., sul versante occidentale della Maiella nell’alta valle del fiume Orta, delimitato alle spalle, dal lato orientale dalle cime più elevate del massiccio della Maiella (Monte Amaro m. 2793, I Tre Portoni m. 2653, Il Pesco Falcone m. 2646, Monte Rapina m. 2023 e più ad est il Monte Acqua Viva m. 2737) e dal lato occidentale oltre il corso del fiume Orta dalle cime del Monte Morrone (m. 2061), Monte Mileto (m. 1920), Monte La Mucchia (m. 1985).

Confinante con i Comuni di Caramanico Terme, Fara S. Martino, Pacentro e Sulmona, occupa l’estremo lembo meridionale della provincia di Pescara, con una estensione totale di 40 km² e si estende nella sua totalità nel Parco Nazionale della Maiella. S. Eufemia, borgo di 269 abitanti, è posto su un terreno dall’andamento ondulato e presenta un impianto territoriale non omogeneo, comprendente La Riserva Naturale Lama Bianca e confinante con la Riserva della Valle dell’Orfento. La testimonianza più antica è riportata nel Chronicon casauriense ed è l’atto con cui Bernardo, nel settembre del 1064, dona la chiesa di S. Eufemia sita nella valle di Caramanico, al monastero di S. Clemente a Casauria. Riuniti in gruppi familiari, i coloni del monastero diedero vita a nuclei chiamati “Ville” avviando la costruzione di casali e masserie: Villa S. Eufemia, Villa Ricciardi e Villa S. Giacomo.
Nel 1306 S. Eufemia è citata negli Atti del processo di canonizzazione di frate Pietro del Morrone, già Pontefice con il nome di Celestino V, poiché numerose persone del casale di S. Eufemia testimoniarono a favore della sua santità. La storia di S. Eufemia è legata a quella di Caramanico fin dal medioevo, dipendeva da esso per commercio e per amministrazione, ma si hanno anche notizie risalenti al 1145 anno in cui era feudo di Boamondo conte di Manoppello. In questo stesso secolo il conte di Minervino, Giacomo Arcucci, acquistò i diritti feudali su S. Eufemia e Roccacaramanico dalla regina Giovanna. Con la morte di Arcucci nel 1389, arrivarono a Caramanico i D’Aquino. Nel 1505 Ferdinando III il Cattolico assegna il feudo a Prospero Colonna po tornarono i D’Aquino. È del 1576 uno scritto di Padre Serafino Razzi in cui narra del suo soggiorno nella Villa di S. Eufemia: “Agli 8 di aprile, la Domenica in passione, dopo che io ebbi predicato in Caramanico, pregato, andai due miglia più alto a una Villa di cento fuochi, detta Santa Eufemia, con cavallo e garzone. Ove feci due sermoni: uno dopo Vespro, e l’altro dopo compieta, in una assai capevole chiesetta, piena la maggior parte di donne: essendo che i mariti loro, quasi tutti come pastori che egli sono, si trovano la vernata con le gregge loro in Puglia. Sono gli abitatori di questa villa molto divoti, e riverenti dei santi Sacerdoti.

Ci fondai la sacra compagnia del Santissimo nome di Dio. E due anni prima ci havea fondata quella del Santissimo Rosario il P. Maestro Paolino Bernardini da Lucca, che predicò quell’anno egli ancora in questa Terra. Osservai come hanno coperte le case loro, per lo più di tavoloni di faggio, carichi, per cagione de i venti, di grosse e pesanti pietre. E queste dicono di fare, perché la invernata bisogna che più volte al dì salgano sopra detti loro tetti a spalare, e buttarne giù la neve. Il qual pericolo non è nelle tavole, le quali accomodate una sopra l’altra in sembianza di tegoli, e tengono l’acqua, e non si rompono così agevolmente. E quando dette tavole in capi a anni divenghino fracide, le selve abbondanti vicine ne somministrano dell’altre. Tiene questa villa bel sangue, nè vuole imparentarsi co i caramanicesi gente anzichenò di brutto aspetto”. Nel 1636, padrona delle terre di S. Eufemia era la principessa di Stigliano, alla quale successe Castruccio da Caramanico. Nel 1640,

Anna Caraffa, principessa di Stigliano, vendette Caramanico con le sue ville a Bartolomeo D’Aquino ai quali restò sino al 1806 data in cui la maggior parte dei paesi del Regno di Napoli si liberarono dal feudalesimo. S. Eufemia rimase frazione di Caramanico e solo l’8 marzo 1842, con decreto reale, divenne Comune autonomo. Successivamente, con decreto regio n. 1140 del 22-01-1863, assunse la denominazione attuale di S. Eufemia a Maiella. Nel 1864 ottenne l’autonomia comunale inglobando Villa Ricciardi e S. Giacomo. A seguito dell’Unità d’Italia S. Eufemia e l’intero circondario conobbero il fenomeno del brigantaggio, in particolare per le azioni del brigante Angelo Colafella, nativo del paese. Il 1° gennaio 1930 il comune di Roccacaramanico venne aggregato a quello di S. Eufemia, divenendone frazione. Durante la II Guerra mondiale S. Eufemia a Maiella fu soggetta all’occupazione tedesca e, la sua popolazione, dovette subire lo sfollamento fino alla primavera del 1944.

Nel dopo guerra, se l’emigrazione colpì il paese riducendone in modo significativo la popolazione, dagli anni ’70 il paese scopre e valorizza la sua vocazione turistica divenendo luogo di villeggiatura e soggiorno.

Centro montano posto a 900 mt. s.l.m., sul versante occidentale della Maiella nell’alta valle del fiume Orta, delimitato alle spalle, dal lato orientale dalle cime più elevate del massiccio della Maiella (Monte Amaro m. 2793, I Tre Portoni m. 2653, Il Pesco Falcone m. 2646, Monte Rapina m. 2023 e più ad est il Monte Acqua Viva m. 2737) e dal lato occidentale oltre il corso del fiume Orta dalle cime del Monte Morrone (m. 2061), Monte Mileto (m. 1920), Monte La Mucchia (m. 1985).

Confinante con i Comuni di Caramanico Terme, Fara S. Martino, Pacentro e Sulmona, occupa l’estremo lembo meridionale della provincia di Pescara, con una estensione totale di 40 km² e si estende nella sua totalità nel Parco Nazionale della Maiella. S. Eufemia, borgo di 269 abitanti, è posto su un terreno dall’andamento ondulato e presenta un impianto territoriale non omogeneo, comprendente La Riserva Naturale Lama Bianca e confinante con la Riserva della Valle dell’Orfento. La testimonianza più antica è riportata nel Chronicon casauriense ed è l’atto con cui Bernardo, nel settembre del 1064, dona la chiesa di S. Eufemia sita nella valle di Caramanico, al monastero di S. Clemente a Casauria. Riuniti in gruppi familiari, i coloni del monastero diedero vita a nuclei chiamati “Ville” avviando la costruzione di casali e masserie: Villa S. Eufemia, Villa Ricciardi e Villa S. Giacomo.
Nel 1306 S. Eufemia è citata negli Atti del processo di canonizzazione di frate Pietro del Morrone, già Pontefice con il nome di Celestino V, poiché numerose persone del casale di S. Eufemia testimoniarono a favore della sua santità. La storia di S. Eufemia è legata a quella di Caramanico fin dal medioevo, dipendeva da esso per commercio e per amministrazione, ma si hanno anche notizie risalenti al 1145 anno in cui era feudo di Boamondo conte di Manoppello. In questo stesso secolo il conte di Minervino, Giacomo Arcucci, acquistò i diritti feudali su S. Eufemia e Roccacaramanico dalla regina Giovanna. Con la morte di Arcucci nel 1389, arrivarono a Caramanico i D’Aquino. Nel 1505 Ferdinando III il Cattolico assegna il feudo a Prospero Colonna po tornarono i D’Aquino. È del 1576 uno scritto di Padre Serafino Razzi in cui narra del suo soggiorno nella Villa di S. Eufemia: “Agli 8 di aprile, la Domenica in passione, dopo che io ebbi predicato in Caramanico, pregato, andai due miglia più alto a una Villa di cento fuochi, detta Santa Eufemia, con cavallo e garzone. Ove feci due sermoni: uno dopo Vespro, e l’altro dopo compieta, in una assai capevole chiesetta, piena la maggior parte di donne: essendo che i mariti loro, quasi tutti come pastori che egli sono, si trovano la vernata con le gregge loro in Puglia. Sono gli abitatori di questa villa molto divoti, e riverenti dei santi Sacerdoti.

Ci fondai la sacra compagnia del Santissimo nome di Dio. E due anni prima ci havea fondata quella del Santissimo Rosario il P. Maestro Paolino Bernardini da Lucca, che predicò quell’anno egli ancora in questa Terra. Osservai come hanno coperte le case loro, per lo più di tavoloni di faggio, carichi, per cagione de i venti, di grosse e pesanti pietre. E queste dicono di fare, perché la invernata bisogna che più volte al dì salgano sopra detti loro tetti a spalare, e buttarne giù la neve. Il qual pericolo non è nelle tavole, le quali accomodate una sopra l’altra in sembianza di tegoli, e tengono l’acqua, e non si rompono così agevolmente. E quando dette tavole in capi a anni divenghino fracide, le selve abbondanti vicine ne somministrano dell’altre. Tiene questa villa bel sangue, nè vuole imparentarsi co i caramanicesi gente anzichenò di brutto aspetto”. Nel 1636, padrona delle terre di S. Eufemia era la principessa di Stigliano, alla quale successe Castruccio da Caramanico. Nel 1640,

Anna Caraffa, principessa di Stigliano, vendette Caramanico con le sue ville a Bartolomeo D’Aquino ai quali restò sino al 1806 data in cui la maggior parte dei paesi del Regno di Napoli si liberarono dal feudalesimo. S. Eufemia rimase frazione di Caramanico e solo l’8 marzo 1842, con decreto reale, divenne Comune autonomo. Successivamente, con decreto regio n. 1140 del 22-01-1863, assunse la denominazione attuale di S. Eufemia a Maiella. Nel 1864 ottenne l’autonomia comunale inglobando Villa Ricciardi e S. Giacomo. A seguito dell’Unità d’Italia S. Eufemia e l’intero circondario conobbero il fenomeno del brigantaggio, in particolare per le azioni del brigante Angelo Colafella, nativo del paese. Il 1° gennaio 1930 il comune di Roccacaramanico venne aggregato a quello di S. Eufemia, divenendone frazione. Durante la II Guerra mondiale S. Eufemia a Maiella fu soggetta all’occupazione tedesca e, la sua popolazione, dovette subire lo sfollamento fino alla primavera del 1944.

Nel dopo guerra, se l’emigrazione colpì il paese riducendone in modo significativo la popolazione, dagli anni ’70 il paese scopre e valorizza la sua vocazione turistica divenendo luogo di villeggiatura e soggiorno.

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