Novara di Sicilia

Ci sono decine e decine di mete consigliate solo in Sicilia, l’elenco è lungo e vario ma badate che sia incluso anche il nome di un antico borgo medievale ricco di piccole grandi meraviglie da ammirare e con un’atmosfera sospesa e vellutata che è perfetta se si è in cerca di una escursione che ci distragga un po’ dal solito, mare. Questo borgo porta il nome di Novara di Sicilia.
Il nome deriva dal romano Noa e dall’arabo Nouah, significa “giardino fiorito” perché da sempre quest’area è particolarmente fertile, quindi di una bellezza che non ha molti pari.
Quando si arriva in questo borgo restiamo meravigliati per le sue chiese e i suoi palazzi, per il centro storico quasi tutto in pietra e per le tradizioni che sembrano scolpite in esso.

Il panorama è meraviglioso e appena giungiamo in questo borgo, prima di immergerci nella sua magia, diamo un’occhiata alle spalle per vedere la maestosa Rocca Novara (1340 mslm) e Rocca Leone (1200 mslm) , e poi dinnanzi le valli le isole Eolie. Ora entriamo in centro e godiamoci la visita a questo piccolo gioiello partendo dalla piazza a cui si affaccia il Duomo consacrato a Santa Maria Assunta che risale al XVI secolo.
Proseguendo nel piccolo centro, giriamolo senza avere fretta e godendoci ogni scorcio che i vicoli ci offrono. Gli edifici che compongono questo centro abitato, di tanta varietà sia a livello di stile che a livello di epoche storiche. Si passa dal Medioevo della chiesa di San Francesco del secolo XIII al barocco della Chiesa dell’Annunziata e della Chiesa di Sant’Ugo Abate.
C’è un’alta densità di chiese interessanti sul territorio, sono quella di San Nicolò, da raggiungere in cima ad una scalinata di pietra, del XVII secolo, la Chiesa di San Giorgio Martire oggi auditorium, la Chiesa di Sant’Antonio con una torre campanaria a guglia e un bel portale in stile normanno, e il settecentesco Teatro Riccardo Casalaina.

Oltre alla chiese c’è altro, ci sono dei bei palazzi delle famiglie nobili di un tempo che regalano un tocco di stile a Novara di Sicilia. C’è il Palazzo Stancanelli e la Villa Salvo, la Casa Fontana e il Palazzo Salvo Risicato, oggi sede del Museo Territoriale.

Ci sono anche due Abbazie, per visitare la prima, bisogna giungere nella parte alta del borgo, l’abbazia di Santa Maria, risalente al XII secolo e fondata da Sant’Ugo Abate, per visitare l'altra, bisogna spostarsi a 5 chilometri da Novara, nel paesino di Badiavecchia, l’’Abbazia di Nuara, nota come prima edificazione cistercense in Sicilia.

Il paese, poi, è arricchito di numerosi portali, cornici di balconi, capitelli, fregi opera degli “scalpellini”, artisti locali del taglio e della lavorazione della pietra che hanno dato un notevole impulso allo sviluppo artistico del paese.

Numerose tradizioni religiose specialmente nel periodo estivo che culminano con “l’Apoteosi dell’Assunta” un rito che riunisce anche idealmente i novaresi presenti alla festa e quelli sparsi per il mondo; e ancora la sagra del Maiorchino nel periodo di Carnevale, che dal ‘600 fa dilettare i paesani in una gara in cui fanno rotolare forme di formaggio per le vie strette del paese; un Natale all’insegna della tradizione con mercatini, fuochi e presepi.

La gastronomia è il fiore all’occhiello del paese, piatti tramandati da madre in figlia e deliziano le tavole specialmente nei periodi di festa. Tra le ricette della tradizione c’è la pasta ncasciada, con un condimento di ragù di vitello e castrato, melanzane, polpette, pan grattato e uova; i lampi e trona, a rusuella, il Maiorchino un formaggio a pasta dura cruda, le provole e la ricotta infornata. Non ci si alza da tavola prima del dolce e nel menù troviamo i cassatelli, frolle con fichi secchi, cannella, nocciole e miele, e la pignurada, frolla fatta a dadini e fritta, Per i più golosi ci sono i raviiò, ravioli fritti di pasta intrisa nel vino, ripieni di ricotta fresca aromatizzata alla cannella e tante altre specialità; u Jiditu d'Aposturu (Dito d'Apostolo) e u risu niru, fanno parte di quell’importante patrimonio culinario di cui il paese ne va fiero.

Tanti sono i motivi per visitare e ritornare in una realtà rurale e operosa ricca di storia e tradizioni e vivere delle giornate a contatto con la natura e a misura d'uomo.

Ci sono decine e decine di mete consigliate solo in Sicilia, l’elenco è lungo e vario ma badate che sia incluso anche il nome di un antico borgo medievale ricco di piccole grandi meraviglie da ammirare e con un’atmosfera sospesa e vellutata che è perfetta se si è in cerca di una escursione che ci distragga un po’ dal solito, mare. Questo borgo porta il nome di Novara di Sicilia.
Il nome deriva dal romano Noa e dall’arabo Nouah, significa “giardino fiorito” perché da sempre quest’area è particolarmente fertile, quindi di una bellezza che non ha molti pari.
Quando si arriva in questo borgo restiamo meravigliati per le sue chiese e i suoi palazzi, per il centro storico quasi tutto in pietra e per le tradizioni che sembrano scolpite in esso.

Il panorama è meraviglioso e appena giungiamo in questo borgo, prima di immergerci nella sua magia, diamo un’occhiata alle spalle per vedere la maestosa Rocca Novara (1340 mslm) e Rocca Leone (1200 mslm) , e poi dinnanzi le valli le isole Eolie. Ora entriamo in centro e godiamoci la visita a questo piccolo gioiello partendo dalla piazza a cui si affaccia il Duomo consacrato a Santa Maria Assunta che risale al XVI secolo.
Proseguendo nel piccolo centro, giriamolo senza avere fretta e godendoci ogni scorcio che i vicoli ci offrono. Gli edifici che compongono questo centro abitato, di tanta varietà sia a livello di stile che a livello di epoche storiche. Si passa dal Medioevo della chiesa di San Francesco del secolo XIII al barocco della Chiesa dell’Annunziata e della Chiesa di Sant’Ugo Abate.
C’è un’alta densità di chiese interessanti sul territorio, sono quella di San Nicolò, da raggiungere in cima ad una scalinata di pietra, del XVII secolo, la Chiesa di San Giorgio Martire oggi auditorium, la Chiesa di Sant’Antonio con una torre campanaria a guglia e un bel portale in stile normanno, e il settecentesco Teatro Riccardo Casalaina.

Oltre alla chiese c’è altro, ci sono dei bei palazzi delle famiglie nobili di un tempo che regalano un tocco di stile a Novara di Sicilia. C’è il Palazzo Stancanelli e la Villa Salvo, la Casa Fontana e il Palazzo Salvo Risicato, oggi sede del Museo Territoriale.

Ci sono anche due Abbazie, per visitare la prima, bisogna giungere nella parte alta del borgo, l’abbazia di Santa Maria, risalente al XII secolo e fondata da Sant’Ugo Abate, per visitare l'altra, bisogna spostarsi a 5 chilometri da Novara, nel paesino di Badiavecchia, l’’Abbazia di Nuara, nota come prima edificazione cistercense in Sicilia.

Il paese, poi, è arricchito di numerosi portali, cornici di balconi, capitelli, fregi opera degli “scalpellini”, artisti locali del taglio e della lavorazione della pietra che hanno dato un notevole impulso allo sviluppo artistico del paese.

Numerose tradizioni religiose specialmente nel periodo estivo che culminano con “l’Apoteosi dell’Assunta” un rito che riunisce anche idealmente i novaresi presenti alla festa e quelli sparsi per il mondo; e ancora la sagra del Maiorchino nel periodo di Carnevale, che dal ‘600 fa dilettare i paesani in una gara in cui fanno rotolare forme di formaggio per le vie strette del paese; un Natale all’insegna della tradizione con mercatini, fuochi e presepi.

La gastronomia è il fiore all’occhiello del paese, piatti tramandati da madre in figlia e deliziano le tavole specialmente nei periodi di festa. Tra le ricette della tradizione c’è la pasta ncasciada, con un condimento di ragù di vitello e castrato, melanzane, polpette, pan grattato e uova; i lampi e trona, a rusuella, il Maiorchino un formaggio a pasta dura cruda, le provole e la ricotta infornata. Non ci si alza da tavola prima del dolce e nel menù troviamo i cassatelli, frolle con fichi secchi, cannella, nocciole e miele, e la pignurada, frolla fatta a dadini e fritta, Per i più golosi ci sono i raviiò, ravioli fritti di pasta intrisa nel vino, ripieni di ricotta fresca aromatizzata alla cannella e tante altre specialità; u Jiditu d'Aposturu (Dito d'Apostolo) e u risu niru, fanno parte di quell’importante patrimonio culinario di cui il paese ne va fiero.

Tanti sono i motivi per visitare e ritornare in una realtà rurale e operosa ricca di storia e tradizioni e vivere delle giornate a contatto con la natura e a misura d'uomo.

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